La tradizione, tutta italiana, del presepe (praesaepe in latino vuol dire greppia, mangiatoia) risale all'epoca di San Francesco d'Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della Natività. Il primo presepe scolpito a tutto tondo di cui si ha notizia è, invece, quello realizzato da Arnolfo da Cambio tra il 1290 e il 1293. Le statue rimanenti sono tutt'ora conservate nella Basilica di S. Maria Maggiore a Roma. Da quei tempi molte abitudini, molti comportamenti e usanze sono cambiate, eppure il presepe, con la sua creativa rappresentazione, conserva un fascino ed un incanto che ancora adesso ammalia sia adulti che bambini. Al suo cospetto, come per magia, veniamo catapultati indietro nel tempo, e siamo quasi costretti ad uno stato di raccoglimento e di intimità insoliti ed inaspettati. Forse è proprio questa peculiarità che lo ha fatto sopravvivere nei nostri cuori e Maria Compagno, più di noi tutti, ha dato voce a questa esigenza di rappresentazione. Maria ha intrapreso l'attività artistica della costruzione di plastici circa 10 anni fà, quando con grande determinazione e costanza iniziò la costruzione di un plastico che rappresentasse Casaprota come si presentava agli inizi del 900. Fu un duro lavoro prima di ricerca (materiale fotografico e testimonianze che risalissero a quel periodo) e poi di realizzazione vera e propria, con l'esigenza di procedere rispettando quote e proporzioni di scala assolutamente necessarie per il risultato finale. Dopo un anno intero dedicato a ritagliare, modellare, colorare, incollare pezzi di legno,di cartone, di polistirolo, di stoffa Maria ci ha regalato questo meraviglioso plastico dell'antica Casaprota che è possibile ammirare nella vecchia Chiesa di S. Domenico. Maria Compagno ha partecipato innumerevoli volte al concorso "100 PRESEPI" che si svolge a Roma in piazza del Popolo, dove 5 anni fà ottenne anche la medaglia d'argento. Il presepe che ha allestito quest'anno nella chiesa parrocchiale di S. Michele Arcangelo, rappresenta lo scorcio di entrata al paese vecchio di Casaprota liberamente reinterpretato per le esigenze scenografiche.
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