di Virgilio Pau In occasione della Sagra della Bruschetta 2009 Rutilio Sermonti ha ottantasei anni, cioè è nato nel 1921 a Roma. Figlio di un grande giurista, Alfonso, tecnicamente autore del codice civile, si è laureato in giurisprudenza ed ha esercitato per anni la professione di avvocato. Tutto qui? No di Certo. Giovane pieno di sogni e speranze visse tutto il dramma di una guerra perduta con tutto ciò che la accompagna e ne consegue. Visse lo stravolgimento dei valori in cui aveva creduto. Lo visse, e lo accettò. In che senso? Rutilio Sermonti non era soltanto e semplicemente un avvocato. Il suo cervello era nel cuore, come hanno scritto di lui. E il cuore era nel Mondo, anzi nel Cosmo e in tutte le meraviglie del Creato. Forse nel suo DNA c’è qualcosa del poverello di Assisi. Non lo so. In ogni caso posso dire che Rutilio Sermonti ha sempre amato con fanciullesco stupore la meraviglia divina che ci circonda e accompagna. Egli riesce a vedere quello che gli altri sanno soltanto guardare, sicchè riesce ad essere fratello del Mondo. E come fratello lo descrive. Con la parola scritta e parlata, con una matita, con un pennello. Artigiano di Dio canta il mondo. Canta gli animali che sono suoi fratelli, le piante che sono sue sorelle, i loro frutti e il lavoro dell’uomo. Le parole e i disegni di Sermonti descrivono la mosca e l’aquila, la tigre e il serpente, il leone e la iena, il lupo e l’agnello: descrivono parimenti l’ulivo e la quercia, il grano e la vite, un filo d’erba e un fiore. In tal modo umilmente cantando l’opera mirabile di Dio, ma non solo danno il senso di quello che è e deve essere la funzione sacra dell’uomo nella natura. In questi disegni Sermonti comunica il profumo del sudore che vive nel pane, nel vino e nell’olio. Profumo di umanità. Così arriviamo al nocciolo della questione: la Bruschetta. Pietanza umile, pietanza che è pure e soprattutto cibo di vita. Non è un caso che è fatta con pane e olio, un pizzico di sale insieme a un bicchiere di vino. L’aglio che l’accompagna, infine, è un potente antiveleno. Che dire di più?
|