Una natura viva forgiata da una cultura millenaria, colline trafitte dal sole e colorate dalle stagioni, sapori ed aromi che in tavola diventano tradizione gastronomica italiana: sorprese di una terra che è voluta rimanere fedele a se stessa, come la sua ospitale gente. Di epoca romana sono le prime tracce nel territorio di Casaprota, lo testimoniano i reperti delle ville e le numerose iscrizioni. Non potrebbe essere altrimenti ricordando il leggendario “Ratto delle Sabine”, racconto attraverso il quale la Sabina entra nella storia di Roma.
La storia della Sabina si mescola a quella romana sino alla venuta dei longobardi, che separano i destini del Ducato di Spoleto da Roma, rimasta all’Impero d’Oriente. Dopo varie vicissitudini nel 776 compare per la prima volta il nome di “CASA PEROTAE” presumibilmente dall’antico nome del paese, di proprietà del Duca di Spoleto “il Debrando”. Successivamente, come per altri territori circostanti fu acquisito dall’Abbazia di Farfa. Infatti parlare del medioevo in Sabina significa parlare dell’imperiale Abbazia: tra le più potenti dell’Italia centrale. Nel 1853 Casaprota diviene comune autonomo. Oggi il suo territorio, che comprende la splendida frazione di Collelungo, si estende tra la Via Salaria, la valle del fiume Farfa e i Monti Sabini. La sua realtà sociale ed economica è fortemente segnata da una storia che orgogliosamente si ripropone per il terzo millenio.