LA SABINELLA

Si dice che tra i casaprotani e collelunghesi sia tradizione lo sfottersi. Casaprotani, contadini indefesi. Non un rovo occupa i loro campi e i loro uliveti. Orgogliosi de La Piana , avviate verso Mompeo e aperte a Monte S.Maria. Ma i collelunghesi scansafatiche? Come gli abitanti di Grasso che bene frequentano? Non sia mai! Nelle trasformazioni del costume resta un eco di queste opposizioni paesane. Si sa che i due paesi sono vicinissimi in linea d’aria:
Casaprota e Collelungo Sesse chiàmanu se respùnnu .

Una cantilena detta innocentemente dai ragazzini andava da Collelungo a Casaprota e da Casaprota tornava rovesciata.
Il mulino a refota de La Moletta, quello de Le Capore, il più antico, e più giù un altro, e quelli situati dalla parte di Montenero sono monumenti sorpassati. Il mulino a Le Capore di Raffaele Filippi, già nel 1925, quando arriva la corrente elettrica, “sale” a Collelungo. Dal 1947/1948 decade il Costume di attingere con la conca l’acqua a La Canale , una fontana pubblica. Le montagnole, che raccolgono l’oliva, continuano provenire da Marcetelli, Rigatti e Vallecupola fino agli anni 1950. Il forno comunale di Collelungo, capace di settanta filari (pagnotte) di pane, è in funzione fino al 1975.  Suonata dalla banda musicale e cantata qualche anno prima dell’ultima guerra, La Sabinella è un vanto di Collelungo. Il suo autore è il maestro di musica Domenico Cammara detto Pollanchella. Ispira la canzone Maria Fatucci, una umile quanto brava ricamatrice. Sua amica è certa Augusta pantalonaia, nipote del parroco Alceste Baldacchini, umbro di Cannara e morto nel 1941. Il Cammara dimora nella casa del parroco e qui conosce la Fatucci. Il testo della canzone chiude un filo romantico del primo quarantennio del nostro secolo in Sabina:

 

La Sabinella s’alza la mattina
s’affaccia alla finestra e vede il sole
con la vicina passa due parole
d’amor e di gelosia e s’allontana.
O Sabinel’ d’amor
volgimi un tuo sorriso
per me sei come il sole
che vien, risplende e muore.
Va a prender l’acqua fresca alla fontana
mezza vestita e mezza spettinata,
non se ne cura da chi è guardata
con quella conca sembra una regina.
O Sabinel’,ecc.
Ritorna a casa presto e si prepara
allor contenta canta una canzone
con la sua voce ardente di passione
illude il passegger che sente ognora
O Sabinel’,ecc.

Al petto porta un fiore profumato
lo tiene fino a quando il ciel s’oscura
in un bicchiere lo mette e poi l’odora
finchè un altro sceglie al vicinato.
O Sabinel’,ecc.
Quando la notte brillano le stelle
in compagnia o sola a passeggiar
paura ella non ha o alcun timore
perché son ben guardate le sue spalle.
O Sabinel’,ecc.
Cammina e guarda placida la luna
e volge il suo pensier alla natura
quanta dolcezza il cuor prova allora
a lento passo al letto s’avvicina
O Sabinel’,ecc.
Dormendo un sogno le rallegra il cuore
con lusinghiero amor che l’incatena
quando riceve un sol bacio appena
si sveglia e vano osserva il suo piacere.

 

Ricerca

Post popolari

  • Il nostro oro verde
    Il nostro oro verde

    Paesaggi collinari, strette valli, coltivazioni rigogliose, sul palcoscenico disegnato dal paesaggio della Sabina da sempre c’è un unico protagonista: l’olivo. Le caratteristiche organolettiche particolari ed uniche fanno si che il […]

  • Filarmonica Giuseppe Verdi
    Filarmonica Giuseppe Verdi

    di Ratini Marcello Quando una qualsiasi istituzione celebra il centenario della fondazione l’avvenimento non può che testimoniare un’eloquente segno di continuità, una tradizione ed un costume che lasciano trasparire lo […]

  • La nostra storia
    La nostra storia

    L’associazione turistica Pro-Loco Casaprota nasce nel 1962 con atto costitutivo del 23 settembre.Soci fondatori ne furono Francesco Michele Mazza di Assilia che assunse la funzione di Presidente, e i consiglieri […]